27mm su APS-C: la focale che sa raccontare l’esperienza

Questo è quello che vede il 27mm su APS-C, secondo me la focale che racconta l’esperienza. Una focale unica, o quasi.

Ciao, sono Ken, fotografo di street e ritrattistica.

Questo video è stato reso possibile grazie all’aiuto degli amici del gruppo TFS e UniversoFotoFirenze.it e alla fine, vi darò più info.

Ora, cominciamo.

Che cosa significa

Nel video di oggi andremo a parlare di una focale che fino ad ora non avevo mai approfondito: il 27mm su APS-C. Ma che significa?

Significa che per convenzione staremmo parlando l’equivalente, circa, di un 40mm fullframe. Focale molto rara sul mercato, data la maggiore preferenza per un 35mm, oppure, direttamente per il 50mm.

Nella realtà dei fatti, quindi, stiamo effettivamente parlando di un 27mm “castrato il giusto” e sezionato precisamente di 1,5.

Stiamo parlando di un medio-grandangolo che non è proprio grandangolo, ma allo stesso tempo non arriviamo alla distanza né tantomeno alla compressione di un 50mm. Siamo in una via di mezzo che ha tanto carattere e allo stesso tempo “normale”.

Personalmente, faccio però fatica a parlare di questa focale che su APS-C è “equivalente a” perché è uno di quei casi dove la distorsione fa la differenza.

Ora mi spiego.

I punti a sfavore di un grandangolo, APS-C

Il problema che ho trovato fino ad ora sulle lenti grandangolari APS-C ma anche medie come può essere il 23mm, quindi l’equivalente di un 35mm, è che le distorsioni della lente sono una caratteristica che potrebbero essere sfruttate, ma su APS-C vengono tagliate.

Personalmente, trovo il 35mm fullframe più immersivo rispetto a un 23mm croppato a 35, perché appunto c’è quella piccola distorsione in più che si fa notare, soprattutto se si scatta in verticale. Sono piccolezze, lo so.

Parlando sempre in ambito APS-C, quindi, se volessi dare quell’effetto immersivo nella scena tocca allora spingersi decisamente verso al 16mm o giù di lì, un’equivalente 24mm. Ma sono comunque conscio che non è la stessa cosa che scattare con un 24mm fullframe.

Come il sensore APS-C controbilancia

Ora, tornando al 27mm, trovo che il caso sia differente. Trovo nel 40mm fullframe un look decisamente più “standard” e squadrato, come se fosse un 50mm leggermente più ampio per intenderci, a differenza del 27mm APS-C invece che dà quell’effetto leggermente, ma non troppo, grandangolare e allo stesso tempo però compresso il giusto per non ritrovarci delle composizioni e scene estremamente vuote ai lati.

Continuo a ritenere il 35mm su APS-C la mia focale preferita, ma se dovessi scegliere una focale per raccontare un viaggio o avere un tratto più documentaristico e intimo, allora è il 27mm.

Utilizzando per qualche settimana il 27mm, soprattutto portandomela a Londra, mi sono reso conto che può essere una bella focale una volta che mi metto a raccontare qualcosa: in questo caso, un viaggio. Il 27mm su APS-C è quel compromesso dove porta ad avvicinarti alla scena ma stando mezzo passo indietro. È una sorta di accompagnamento per chi guarda la foto o il video.

Allo stesso tempo, utilizzandolo nei ritratti, è nuovamente quella via di mezzo tra il ritratto ambientato e il primo piano spinto che ti può restituire dal 50mm equivalente in su.

In sintesi: Il 27mm su APS-C è la focale prime che ti permette di raccontare viaggi, documentari e avere un tratto un po’ più intimo, ma non troppo, nei ritratti.

Tuttavia, se dovessi pensare a uno scenario “tuttofare” continuo a preferire il 35mm piuttosto che il 27mm. Probabilmente si tratta di abitudine, dallo scattare al vedere le cose che ho sviluppato nel tempo.

Parliamo di questo Viltrox

Come ho detto nell’intro, questo video è stato reso possibile grazie agli amici del gruppo TFS e UniversoFotoFirenze.it perché mi hanno mandato in prova questo Viltrox Pro, 27mm f/1.2.

Non vi faccio una recensione estremamente tecnica perché sul loro canale c’è già un video di un quarto d’ora. Se vi interessa, trovate il link in descrizione o qua in alto a destra.

Comunque, si tratta del secondo prodotto di punta in casa Viltrox, dopo il 75mm anch’esso a diaframma 1.2.

Design, caratteristiche, peso

Tra le cose che ho trovato interessanti in questo obiettivo, oltre ad aprirsi di diaframma fino a 1.2, sono:

  • La porta USB-C che permetterà quindi in futuro di ricevere direttamente degli aggiornamenti firmware. Sapere che qualcuno ci pensi, è una benedizione.

  • Diaframma cliccabile ma allo stesso tempo molto fluido e poi uno stacco pi ù duro e profondo da f/16 ad “A”

Parentesi su questa A

Chiedo genuinamente per chi già utilizzasse questo obiettivo, a che cosa serva.

Nel senso, penso che la ghiera dei diaframmi sia una delle manne del cielo e utilizzare un obiettivo che non ce l’ha mi farebbe soffrire molto, per il semplice fatto che è molto comodo.

Allo stesso tempo, questa A può indicare fondamentalmente due cose: diaframma automatico oppure sempre manuale, ma regolabile tramite altre ghiere.

In entrambi i casi, li trovo comunque molto macchinosi e in generale molto poco sensati.

Parlo da possessore di XH-2, dove ho customizzato sulla ghiera anteriore lo shutter e su quella posteriore l’ISO.

Non discuto chi voglia fare affidamento sugli automatisimi del diaframma piuttosto che dell’ISO o dello shutter, nonostante avendo un’apertura massima a 1.2 mi immagino degli scenari da roulette russa che potrebbero semplicemente finire con delle foto estremamente sfocate.

Allo stesso tempo, ma questa è una cosa nata così da Fujifilm, con le sue logiche, è: perché utilizzare una ghiera quando abbiamo già una ghiera a disposizione?

Comunque, ritornando a parlare di design

È sicuramente un obiettivo che si fa sentire, robusto da una parte e pesante dall’altra.

Pesa circa 560 grammi, si fa sentire se utilizzato per tanto tempo, oltre a pagare l’essere un 1.2: diametro di 82mm e lungo 92mm.

Una curiosità è che ad oggi non stiamo parlando di un obiettivo che è stato pensato per FullFrame e poi riadattato per APS-C ma con le stesse dimensioni, no: è l’unico obiettivo 27mm della serie Pro per APS-C, tra l’altro solo per mount Fuji.

Sempre parlando di peso e dimensioni, sicuramente questo non è l’obiettivo ideale per chi volesse fare un viaggio o un documentario esclusivamente fotografico, dato che dopo qualche ora vi vorreste solo tranciare il polso e comunque vi fareste notare tantissimo.

Se poi ci aggiungete anche il paraluce, non ne parliamo.

Fotografare a 1.2 fa molto figo a sentirsi, nell’atto pratico chiudi minimo a 2.8

In condizioni low light ho scattato a 1.2, ma diciamo che nel mondo reale obiettivi di questo genere vengono prodotti e acquistati per avere una nitidezza più che eccellenti a diaframma 2 o 2.8.

Personalmente poi non sono un grandissimo fan dello sfocato estremamente cremoso nei ritratti a 1.2, nonostante comunque tra un aggiustamento di esposizione e l’altro, a volte ci capiti e infatti hai l’occhio a fuoco e il naso no, o viceversa.

Ideale per video, nonostante la messa a fuoco.

Parlando di messa a fuoco, parliamo anche di video.

Trovo questo obiettivo sia per caratteristiche sia per la messa a fuoco infatti più che ideale, ottimo, per il video. Mi ripeto, è pesante, si fa sentire, in video si possono fare cose molto interessanti. Allo stesso tempo, la messa a fuoco c’è, è precisa, ma a tutta apertura o giù di lì si fa aspettare un pochettino. Non stiamo parlando di focus hunting, nel video anzi può essere giustificato con i giusti parametri ad un “effetto cinematografico” con delle transizioni estremamente morbide: effetto che troviamo soprattutto quando si cambia rapidamente la distanza dal soggetto.

Sul riconoscimento, non c’è alcun problema.

Capite bene però che in ambito fotografico, parlando di una sola immagine, questa cosa non è chissà quanto giustificabile.

Se qualcuno è in cerca di un 27mm per ritratti, questo è l’obiettivo giusto.

In ogni caso, per chi fa ritratti quasi ambientati, vuole trasmettere quel feeling intimo e si vuole divertire anche nella fase di composizione, questo è sicuramente l’obiettivo ideale.

Sia per il diaframma, sia per la resa, sia per il prezzo.

Prezzo e confronti

Stiamo parlando infatti di un obiettivo che costa €595 e con il codice KA5 avete il 5% di sconto se lo acquistate dal sito di Universofotofirenze.it.

A €565 euro, per il mount Fuji, un 27mm con questo diaframma non ce ne sono, non esistono.

A 150 euro in meno si trova il pancake, ma è chiaro che stiamo parlando di tutto un altro prodotto e altre esigenze.

Conclusioni

Per concludere, Viltrox si è preoccupata di inserire nel mercato un obiettivo che effettivamente mancava. Non è voluta entrare “in conflitto” con il pancake ma anzi ha creato quella lente che può aiutare tutte quelle persone che vogliono raccontare la propria esperienza, che sia finta o reale.

Grazie per aver guardato fino a qui, in descrizione trovate i soliti link e le solite cose.

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