L’ho ASPETTATO per 3 ANNI, ora è mio. | feat. Fujinon 16-55mm WR MK II
Sono dell’opinione che nella vita ognuno di noi abbia un pallino fisso, fastidioso, da sbloccare.
Per alcune persone può essere quell’esame all’università che sta bloccando la carriera, per altri può essere una promozione al lavoro che, nonostante l’impegno e le fatiche, non riesce proprio ad ottenere.
Ho acquistato la mia prima Fujifilm nel 2019 ed assieme ad essa ho preso il 35mm f/2.
Tutto molto bello, ovviamente con tutti i limiti che potrebbe avere una lente prime.
Poi, ho acquistato il 16mm f/2.8. Anche qua, ottimo per il prezzo. Però, è un prime.
Nel 2022 ho provato per la prima volta durante un evento Fujifilm il 16-55mm MK I e mi sono detto: va bene, ma c’è qualcosa che non mi torna.
Innanzitutto è pesante, troppo pesante per essere una lente per APS-C. Poi, è ingombrante.
Ho preso nel 2023 la Fujifilm X-H2 e grazie a Jacopo, possessore del Mark I, me lo sono fatto prestare per qualche lavoretto.
La X-H2 fa parte di quella nuova generazione di sensori da 40 Megapixel. Quindi, okay, è tutto bellissimo però c’è qualcosa che non mi torna.
Shot with Fujifilm X-H2 + 16-55mm f/2.8 MK I
Potere risolvente: questa è la parola magica che fa invecchiare questo obiettivo prodotto nel 2015, con lo scopo di soddisfare le esigenze dell’epoca. Passati generazioni di sensori e anni, tocca avere un tuttofare che abbia questo potere risolvente e che abbia prestazioni soddisfacenti su tutte le macchine fotografiche, nessuna esclusa.
È quindi da quella prima volta che provai il Mark I, che a qualsiasi evento Fujifilm, a qualunque persona che potesse rappresentare anche dello zero virgola Fuji, ho posto una domanda, la solita domanda.
Quando esce il 16-55mm F/2.8 MK II?
Ovviamente, non si sa.
Ciao! Sono Ken, sono fotografo, videomaker e content creator. Parlo di fotografia, fotocamere e della vita da Partita IVA su YouTube e su InspoLetter, la mia newsletter. Ora, torniamo al blog.
L’acquisto di protesta
A ridosso di questo periodo un anno fa avevo acquistato il Sigma 18-50mm f/2.8 come un acquisto “di protesta”. Costa la metà del MK I, rende meglio del MK I, peso e dimensioni favorevoli, ma poi ha tutti gli stessi difetti del MK I. Ne ho parlato anche in questo video qui, realizzato la scorsa estate.
L’avevo definito multi-prime perché per il prezzo con la quale si presenta, ci sta avere dei difetti. Messa a fuoco che si perde totalmente mentre zoommi, vignetta da far paura e non ha la ghiera del diaframma. Poi, c’è il solito discorso del potere risolvente che anche in questo obiettivo si vede poco o nulla.
Per carità, non è un dramma per il 99% dei casi, ovverosia gli amatori. Anche nell’ambito da professionista sono comunque cose che tolleri abbastanza, perché sai che è l’obiettivo migliore in termini di qualità-prezzo e non c’è niente di meglio.
O almeno, fino ad ottobre scorso.
La svolta
Tra una cosa e l’altra sono finalmente riuscito ad averlo tra le mani per gli inizi di febbraio e da allora, è goduria totale.
Tutti i lavori di febbraio sono stati realizzati con questo obiettivo.
Intanto, in piccoli ritagli di tempo sono riuscito a fare qualche shooting personale e signori, che goduria.
L’avete visto all’opera anche nello scorso blog, quello sulla torcia Smallrig.
Però a parte quelle foto, con Katlin ho scattato queste altre fotografie con il profilo colore impostato in Classic Neg e io sono follemente innamorato di quel dettaglio clinico che si può percepire sulla pelle, la sua texture. Ma allo stesso tempo è un dettaglio clinico caldo.
È difficile spiegarlo a parole, ma sinceramente questa lente è di una bellezza disarmante. Non stiamo parlando della perfezione che non ci dice niente. È una perfezione che ti restituisce qualcosa. È la prima volta che mi succede una cosa del genere con un semplicissimo obiettivo.
Nell’utilizzo reale, tra le cose che vi posso far vedere ci sono queste foto che ho scattato in un evento durante la fashion week per Biffi Boutique. Ho scattato con una semplicità e spensieratezza incredibile. Un grandangolo, poi un medio e poi un 55mm per dei ritratti o per dei dettagli: tutti con una velocità e senza quel pensiero di dover correggere quel classico difetto in post.
Da professionista, questo è un elemento che fa tutta la differenza del mondo.










Ho appena finito di scattare con Sophie queste altre foto sia con la X-H2 sia con la X-T5, per coincidenze temporali. Devo dire che la combo 16-55mm e X-T5 si tiene bene in mano nonostante ritenga più comodo come forma della macchina sulla X-H2.
In questo set ho provato un po’ di attrezzatura e stoffa nuova per un po’ di idee che ho in mente di realizzare nel prossimo futuro. Comunque, la versatilità che offre questo obiettivo è incredibile, specialmente per situazioni di test come questa dove sì da una parte è importantissimo muoversi, ma dall’altro lato è altrettanto importante capire come una determinata focale causi una certa resa d’immagine piuttosto che un’altra.
A livello di colori e dettaglio — mi ripeto ancora una volta — è tutto molto bello e perfetto. Questa cosa la ritengo molto utile quando si scatta perché il cervello fa un ragionamento in mento sulla post produzione, all’immagine che si sta creando al creato finale.
Ma ora, passiamo al design.
Il Design
Abbiamo tre ghiere: quella del diaframma, lo zoom e la ghiera della messa a fuoco manuale. Quest’ultima, con gli ultimi aggiornamenti e un po’ di skill, non è più di tanto necessario.
Pesa 410 grammi e porta un diametro di 72mm per il filtro.
Per quanto riguarda la ghiera del diaframma, noto, in tutto e per tutto tra obiettivi e macchine fotografiche, che negli ultimi anni Fuji sta avendo questa tendenza a renderle tutte super morbide e verso un semi-silenzioso.
Una cosa che ho notato è che negli ultimi anni Fuji sta avendo questa tendenza a rendere tutti i meccanismi, tra obiettivi e macchine fotografiche, super morbidi
Su alcune cose ci sta, su altre un pochetto meno. E la ghiera del diaframma, è una tra quelle.
Onestamente, come prima impressione non è stato qualcosa che mi ha colpito in negativo particolarmente, ma con il passare del tempo, e degli shooting, mi è capitato di scattare delle fotografie seriali con un diaframma diverso.
Per evitare casi di questo genere, il consiglio è di portarlo su “A” e fissarlo una volta per tutte: un metodo decisamente più safe. Anche perché sia per entrare in “A” sia per sbloccarlo, c’è bisogno di premere questo pulsantino.
In questo obiettivo abbiamo anche una nuovo selettore: quello per il click-declick, che qui lo leggiamo come Click e Off. Un minimo di inventiva in più sulla dicitura sarebbe stata carina, ma va bene lo stesso.
In ogni caso, bello che ci sia, anche se fino ad ora le casistiche d’uso di un diaframma fluido sono state assenti. Comunque, meglio averlo che non.
Una piccola mancanza di fino, che non era presente anche nel MK I, è la dicitura del 27 o 28mm. capisco perfettamente che manca per questioni di spazio, ma vabbè. Sono io che nell’ultimo periodo uso molto l’equivalente del 40mm.
Se facciamo una comparativa a 3.
Pesa più del Sigma, pesa meno del MK I. Però, a differenza del Sigma, abbiamo 2 mm di grandangolatura in più che fidatevi è tantissimo. Soprattutto in video, se facciamo un zoom-out di botto possiamo vedere quanto la distorsione venga corretta via software, ma al tempo stesso possiamo vedere all’opera quell’effetto grandangolo.
E poi, dal 50mm al 55mm sono di nuovo 5mm di differenza che in termini di APS-C significa passare dal 75 all’82,5mm. Mica poco.
Il comparto video
Ho accennato della parte video e ora ne parliamo.
Non vi sto a parlare di nitidezza, aberrazione cromatica, sfocati eccetera perché ci sono già, seppur pochi, video test di comparazione eccetera eccetera. Comunque, tutto molto perfetto.
Quindi sì, come detto poco fa, è vero che si possono notare le forti correzioni software soprattutto per dei crash zoom. Però il fuoco non si perde, il che è una grandissima cosa.
Abbiamo di fatto sbloccato tanti movimenti di camera e di zoom che prima era impossibile fare su qualsiasi obiettivo Fujifilm, il che estrometteva di fatto Fujifilm stessa dal comparto video. Qui, invece, abbiamo finalmente la soluzione.
Per l’autofocus di per sé, invece, con la miriade di aggiornamenti che sono usciti in questi anni, questo obiettivo non ha grossi problemi.
Tutte le clip che state vedendo sono state registrate in Flog 2 C, l’ultimo log di Fuji. Ricordando che giro con X-H2 e come ISO Base si gira a 1000, ovviamente necessito di un filtro ND.
In questo stesso periodo di prova ho avuto il filtro ND variabile di Kase, da 1.5 a 10 stop magnetico, molto comodo e che scalda leggermente l’immagine, fortunatamente molto in linea con il mio gusto estetico. L’obiettivo in sé non soffre di particolari vignettature, mentre nel filtro si presenta quando ormai si sta dopo il 6, se sta a tutta apertura a 2.8 e a 16mm. Quindi sono pochi i casi.
Nel caso voleste vedere di più di questo obiettivo, sappiate che negli ultimi due video pubblicati sul canale, ho registrato il parlato con questo obiettivo sui 30mm circa.
Ma veniamo alla domanda caliente: a chi è rivolto? Ne vale la pena?
Conclusioni
Costa di listino 1400 euro e questo obiettivo l’ho aspettato per anni per un motivo: sono un professionista, ho un corpo macchina da 40 Megapixel e con questo ci lavoro. Non voglio avere sbattimenti tra la ghiera del diaframma che manca, il fuoco che si perde mentre zoommi e soprattutto ci sono giornate che ce l’ho per tutto il giorno in mano o sul Ronin: quindi ho bisogno che sia leggero.
Quelli che vi ho elencato sono tutti i difetti che gli altri due obiettivi avevano e che questo è riuscito a risolvere.







Se siete degli amatori, anche con la X-H2 o X-T5 che sia, mi verrebbe da chiedere soprattuto sull’aspetto fotografico quanto sia importante per voi avere la fotografia con i bordi nitidi ed esente da vignettature o distorsioni, quando l’obiettivo sarebbe innanzitutto quello di divertirvi.
Se come corpi macchina avete invece la X-T4 o comunque sensori che stanno ancora ad una ventina di megapixel, di nuovo, dipende un po’ se con queste macchine ci lavorate o meno.
Perché il discorso, in fine dei conti, è quello: se ci lavori cerchi di avvicinarti il più possibile alla perfezione, capita di non avere chissà quanto tempo per sistemare i difetti in post e soprattutto capita di stare con la camera in mano per tutto il giorno, per più giorni.
Quasi 300 grammi di differenza sono tanti, questo obiettivo ti dà dei colori molto belli, non che il Mark I non li dia, ma questo di più. Ed è quel di più che fa quella differenza dei 500 euro con il Mark I e quasi 1000 con il Sigma. Soldi che lavorando ti appagano, stai più in pace con te stesso quando consegni il lavoro finito, sapendo di aver fatto una bella esperienza.
Soldi che se lo fai esclusivamente per passione, ne vale la pena? Fatemelo sapere nei commenti 🙂
Grazie per aver visto fino a qui, ringrazio il Gruppo TFS, Universo Foto e Fujfiilm per avermi fatto provare questo gioiellino che poi ho anche acquistato e anche Kase per il filtro ND, trovate in descrizione il link e con il codice KA5 avete il 5% di sconto :)
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Noi sentiamo ad un prossimo blog ma nel frattempo, iscrivetevi al canale se non l’avete ancora fatto e divertitevi ✌️